lunedì 5 settembre 2016

Edifici scolastici e rischio sismico

I recenti fatti sismici che hanno colpito il nostro Paese, le immagini della scuola distrutta richiamano ad una doverosa  ed articolata riflessione sui vari livelli di responsabilità e procederemo il monitorare costantemente l’efficacia e l’efficienza dell’annunciato progetto di “Casa Italia”. Oltre la vigilanza delle istituzioni preposte, occorre attivare un controllo attento da parte dell’intera comunità sociale.
Interviste, reportage, immagini che urlano più delle parole ci ripetono che le norme che ci sono non vengono applicate o che c'è troppa burocrazia ed estrema difficoltà ad applicarle.
Dopo il terremoto avvenuto in Abruzzo il 6 aprile 2009 si è sviluppato una copiosa produzione di norme antisismiche; di queste, vale la pena ricordare: 
Il documento elaborato dal Consiglio Superiore dei LLPP contiene indicazioni utili per il rilevamento e la verifica dello stato di vulnerabilità degli elementi non strutturali dei 42.000 plessi scolastici distribuiti su tutto il territorio nazionale.
E’ stata un’azione sistematica di ricognizione e valutazione della presenza di situazioni di rischio determinate dalla vulnerabilità degli elementi non strutturali critici per coloro che operano negli edifici scolastici. Tale ricognizione ha preso le mosse dalla conoscenza dello stato degli edifici scolastici derivante dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica (ancora incompleta); una serie di informazioni che riguardano le dimensioni delle scuole, le tecnologie costruttive, l’età di costruzione, la classificazione sismica, la presenza di certificazioni relative a vari disposti legislativi in tema di sicurezza, lo stato di manutenzione etc.
Tali informazioni, incomplete, non consentono una selezione delle situazioni a su cui intervenire con priorità. Il nostro patrimonio di edilizia scolastica è per la maggior parte datato, non a norma per il 50%, poco adatto alle innovazioni didattiche e per giunta non completamente censito. Pur prendendo atto dello sforzo che si sta facendo in termini di interventi finanziari con la legge 107/2015, dobbiamo denunciare che non esiste un vero e proprio piano pluriennale che risponda in modo adeguato alle esigenze; eppure non andrebbe mai dimenticato che nei 42.000 plessi scolastici vivono giornalmente 8 milioni di ragazzi e oltre 1 milione di persone che a vario titolo prestano la loro attività.